Tutti in ferie a Ferragosto?
Circa il 40 per cento non lavora quella settimana, uno dei dati più alti in Europa
Ad agosto l’Italia si ferma: uffici chiusi, città svuotate, spiagge affollate. Ma quanti italiani vanno davvero in ferie? E siamo un’eccezione nel panorama europeo?
Per rispondere possiamo usare i dati di Eurostat, che permettono di stimare settimana per settimana la quota di lavoratori assenti dal lavoro per ferie1.
Quando andiamo in ferie in Italia
Nella settimana di Ferragosto è in ferie in media il 40 per cento dei lavoratori italiani. Nella settimana precedente lo è il 26 per cento, in quella successiva il 28 per cento. Il calendario delle ferie in Italia è insomma fortemente concentrato: al di fuori del mese di agosto, solo il periodo natalizio registra percentuali significative di assenze, tra il 10 e il 15 per cento dei lavoratori per tre settimane tra dicembre e inizio gennaio.
Per il resto dell’anno, le ferie praticamente scompaiono. Da gennaio a metà luglio, e poi da metà settembre a dicembre, risulta in ferie meno del 2 per cento dei lavoratori, con l’unica eccezione delle prime settimane di settembre, dove la quota sale lievemente al 3-4 per cento.
La media dell’Unione Europea racconta una distribuzione diversa. Il picco massimo si registra nella settimana precedente a Ferragosto, ma si ferma al 21 per cento degli occupati, quasi la metà rispetto all’Italia. E, soprattutto, le differenze tra una settimana e l’altra sono meno brusche: nei paesi europei le ferie estive sono più distribuite, e durante l’anno la quota di lavoratori in vacanza resta più alta e più costante rispetto a quanto accade in Italia.
Quando si va in ferie negli altri paesi europei
Anche altrove il periodo estivo resta quello con più ferie, ma i tempi cambiano. In Francia e Cipro, ad esempio, il picco cade proprio nella settimana di Ferragosto, con circa il 40 per cento dei lavoratori in ferie. Ma nei paesi nordici, come Norvegia, Danimarca e Finlandia, le ferie si concentrano nelle due settimane centrali di luglio, dove si raggiungono rispettivamente il 40, il 37 e il 35 per cento di assenze.
Ci sono anche paesi che si distinguono per un uso più invernale delle ferie. È il caso della Repubblica Ceca, dove il picco si registra non in estate ma tra Natale e Capodanno, con un massimo del 28 per cento di lavoratori in ferie. Anche Francia, Irlanda, Belgio e Austria registrano quote elevate nell’ultima settimana dell’anno, con circa un quarto dei lavoratori assenti.
Tra gli altri grandi paesi europei, la Germania è un’eccezione: la quota di lavoratori in ferie non supera mai il 13 per cento. La Spagna arriva al 24 per cento nella settimana di Ferragosto e supera il 20 per cento anche nelle due settimane precedenti. Meno ferie estive si registrano invece in Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Serbia e Grecia, dove la quota di lavoratori in vacanza rimane bassa anche nei mesi centrali dell’anno.
La stima richiede alcune elaborazioni e assunzioni (il codice è disponibile su GitHub). In sintesi: Eurostat fornisce, dal 2006 al 2022, il numero di occupati assenti dal lavoro ogni settimana. Ho utilizzato i dati dal 2015 al 2022, escludendo il biennio della pandemia (2020 e 2021).
Poiché Eurostat rileva le motivazioni delle assenze solo a livello trimestrale, ho moltiplicato i dati settimanali per la quota di assenze dovute a ferie rilevata nel trimestre corrispondente. Questo ha permesso di stimare quanti lavoratori erano in ferie. Infine, ho diviso questo numero per il totale degli occupati (anch’esso disponibile su base trimestrale), ottenendo così la percentuale stimata di lavoratori in ferie ogni settimana. Per confrontare i paesi europei, ho poi calcolato la media settimanale per ciascun paese nel periodo considerato.