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Avatar di Alessandro Di Emidio

Non sono un politologo, né un giurista e nemmeno un sociologo. Ma di fronte alla crisi della partecipazione politica che avanza sempre di più (prova ne sia l'astensionismo crescente alle elezioni e, in generale, il disinteresse alla vita pubblica) mi chiedo se non sia il caso di ripensare l'idea stessa di democrazia. O quantomeno le sue regole e le sue istituzioni.

D'altronde, nel corso del tempo tutto cambia e oggi viviamo in società radicalmente diverse rispetto a qualche decennio fa. Solo per fare degli esempi: è cambiata la famiglia, è cambiata la scuola, è cambiato il sentimento religioso, è cambiato il lavoro, è cambiata la comunicazione (sia di massa che interpersonale), sono cambiati i rapporti sociali, è cambiato il modo in cui mangiamo, e via dicendo.

Perché dovremmo continuare a votare, o a fare le leggi, o a essere cittadini di uno Stato, come 50 anni fa? La mia è una riflessione forse provocatoria, ma credo che se cambia il demos, possa cambiare anche il sistema istituzionale che lo rappresenta e il modo in cui esercita il suo potere.

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Assolutamente, procediamo.