Un italiano su tre rinuncia alle vacanze per ragioni economiche
Un dato superiore alla media dell'Unione Europea e a molti altri paesi, ma in calo rispetto al picco del 2012
Quasi un terzo degli italiani non può permettersi una settimana di vacanza all’anno. Secondo i dati Eurostat, il 31 per cento della popolazione vive in condizioni economiche tali da dovervi rinunciare: una quota superiore alla media dell’Unione europea. Tra i grandi paesi, solo la Spagna fa peggio, con il 33 per cento. In Francia e Germania, invece, la percentuale scende rispettivamente al 22 e al 21 per cento.
I dati mettono in luce una netta divisione tra l’Europa settentrionale e occidentale da un lato, e quella meridionale e orientale dall’altro. I paesi con le maggiori difficoltà sono la Romania (59 per cento), la Grecia (46 per cento) e la Bulgaria (42 per cento). Seguono l’Ungheria con il 39 per cento, e poi Portogallo, Spagna, Croazia e Cipro, tutti al 33 per cento. La Lituania (32 per cento) completa il gruppo dei paesi in cui la situazione è peggiore rispetto all’Italia.
All’estremo opposto, in Lussemburgo e Norvegia solo il 9 per cento della popolazione rinuncia alle vacanze per motivi economici. Seguono la Svezia (12 per cento), i Paesi Bassi (13), la Slovenia, la Finlandia e la Danimarca (tra il 14 e il 15 per cento). Più vicini alla media europea troviamo la Repubblica Ceca e l’Austria (19 per cento), quindi Germania, Belgio, Francia, Irlanda, Estonia e Polonia, con valori compresi tra il 21 e il 25 per cento. Malta e Lettonia si attestano infine al 29 per cento.
In Italia, il dato risente anche dell’abitudine a concentrare le ferie nelle settimane centrali di agosto, periodo in cui fino al 40 per cento dei lavoratori si trova in vacanza. Questa rigidità rende più difficile accedere a soluzioni più economiche, in particolar modo se si rimane in Italia a fare le vacanze.
Le difficoltà economiche colpiscono in particolar modo i single, dove il 38 per cento non può permettersi una vacanza (contro il 33 per cento della media europea). Nelle famiglie con uno o due figli la quota è tra il 25 e il 27 per cento (contro il 20 europeo), mentre tra quelle con tre figli sale al 49 per cento, a fronte di un 32 per cento nell’Unione europea.
Non mancano, tuttavia, segnali positivi. La percentuale di italiani che non può permettersi una vacanza è in calo rispetto al picco del 50 per cento registrato nel 2012, nel pieno della crisi economica. I quattro maggiori paesi dell’Unione mostrano un miglioramento, seppur con ritmi diversi. I peggiori dati mai registrati in Francia (2008) e Germania (2006) sono oggi paragonabili o migliori rispetto a quelli attuali di Spagna e Italia, che a loro volta rappresentano alcuni dei livelli più bassi mai raggiunti.
Ma cosa significa esattamente “non potersi permettere una settimana di vacanza”? Secondo la metodologia Eurostat, si tratta di una condizione di difficoltà economica oggettiva: viene considerato in questa situazione chi risponde di non avere i mezzi economici per sostenere il costo di una vacanza di almeno una settimana all’anno lontano da casa. Il dato si basa su interviste alle famiglie europee condotte nell’ambito dell'indagine EU-SILC (Statistics on Income and Living Conditions). È una misura che riflette l’effettiva capacità di spesa e non semplicemente il desiderio o la preferenza per un certo stile di vita: anche chi sceglie volontariamente di non andare in vacanza, ma potrebbe permetterselo, non rientra in questa statistica.
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