In Italia si esce di casa molto tardi
In Italia si lascia la casa dei genitori a 30 anni, uno dei dati peggiori in Europa, mentre nei paesi nordici si esce di casa intorno ai 22 anni.
In Italia in media si va a vivere da soli lasciando la casa dei genitori a 30 anni, quattro anni in più della media dell'Unione Europea. Il dato italiano è uno dei più alti nei paesi monitorati da Eurostat.
Questo dato viene calcolato con un'indagine statistica e non si basa sui dati di residenza. Le persone che quindi vivono in una città diversa, ma hanno ancora la residenza dai genitori sono considerati come se vivessero da soli.
A fare peggio dell'Italia sono solo Croazia (31,8 anni), Slovacchia (31), Grecia (30,6) e Spagna (30,4), mentre la Bulgaria ha un dato identico al nostro.
All’opposto, i paesi in cui si esce prima di casa sono Finlandia, Svezia e Danimarca, tutti e tre tra i 21 e i 22 anni. Troviamo poi Estonia e Paesi bassi con circa 23 e poi la Francia con 23,7 anni e la Germania con 23,9 anni. Troviamo poi l'Austria con 25,3 anni, la Polonia con 27,1 anni, Irlanda e Malta con 28 anni.
Oltre alle motivazioni culturali, parte di questo dato è attribuibile agli stipendi italiani che sono tradizionalmente bassi, sia a causa di un alto livello di tassazione sia a causa di una sostanziale assenza di crescita economica negli ultimi vent'anni.
Nel settore privato, in media, una persona tra i 25 i 29 anni guadagna solo 17,6 mila euro lordi, circa 1.200 netti su 13 mensilità, mentre tra i 30 e i 34 anni 21,2 mila euro (1390 euro) e tra i 35 e i 39 anni 23,3 mila (1490 euro). Per superare i 1500 euro di netto, si deve andare a chi ha più di 40 anni1.
Bisogna inoltre considerare che tra i 25 e i 34 anni solo il 69 per cento è occupato, dato che sale poi al 77 per cento tra i 35 e i 44 anni. C'è quindi circa un 30 per cento tra i 25 e i 34 anni che non ha una stabile fonte di reddito.
Il dettaglio di Istat per fascia anagrafica, ci mostra che a vivere con i genitori è il 98 per cento dei 18-19anni, l'89 per cento dei 20-24enni, il 61 per cento dei 25-29enni e il 29 per cento dei 30-34enni. Complessivamente è il 63 per cento di chi è tra i 18 e i 34 anni.
Tra i 25 e i 29 anni sono 1,8 milioni i giovani a vivere con i genitori, mentre tra i 30 e i 34 anni sono 942 mila. La quota di questi che studia ancora è rispettivamente del 19 per cento e del 7 per cento, mentre quella di chi lavora è del 60 e del 65 per cento. Sono invece disoccupati il 20 per cento dei 25-29enni che vive con i genitori e il 26 per cento dei 30-34enni.
Infine, i dati Istat mostrano una certa stabilità nel tempo di chi vive con i genitori. Al netto di alcune fluttuazioni annuali, non si registrano progressi o miglioramenti negli ultimi vent'anni. L'attuale dato per la popolazione tra i 18 e 34 anni è sostanzialmente lo stesso del 2001, il primo anno per cui sono disponibili i dati.
I dati si possono ricavare dall'Inps, mettendo "Classe di età" in Righe, "Numero di lavoratori con almeno una giornata retribuita nell'anno" e "Somma retribuzioni nell'anno" in Statistiche e poi dividere questi due dati. Si ottiene così l'imponibile Inps, che è un dato simile alla Retribuzione Annua Lorda (RAL) da cui poi si può ricavare il netto con uno dei tanti calcolatori (io ho usato Stipendee).