L'Italia è tra i paesi europei più conservatori
Secondo i dati dell’European Social Survey, il nostro Paese è più tradizionalista della media europea, soprattutto per il peso dato all’autorità e all’identità nazionale.
Giorgia Meloni è al governo da quasi tre anni e, secondo i sondaggi, la sua coalizione oggi raccoglierebbe persino più consensi rispetto alle elezioni del 2022. Un dato considerevole, se confrontato con il resto d’Europa, dove molti governi appaiono fragili e instabili. Ci sono diverse diverse spiegazioni, ma una più semplice è che la società italiana sia culturalmente conservatrice: un terreno favorevole al messaggio politico dell’attuale maggioranza.
Per provare a rispondere possiamo guardare ai dati dello European Social Survey, un’indagine comparativa condotta ogni due anni in gran parte dei paesi europei. Utilizzando i dati del 2023, ho costruito un indice di conservatorismo culturale1, che tiene insieme giudizi sull’immigrazione, sui diritti LGBTQ, sull’importanza attribuita all’autorità e sulla contrapposizione tra identità nazionale ed europea. Per rendere i risultati comparabili tra paesi, ogni risposta è stata ricondotta a una scala comune e i valori sono stati mediati utilizzando i pesi campionari dell’indagine, in modo che ciascun paese conti in proporzione alla propria popolazione.
L’indice è espresso in forma di z-score, cioè come distanza dalla media europea in termini di deviazioni standard. In altre parole, uno zero rappresenta la media del continente, mentre valori positivi indicano un orientamento più conservatore e valori negativi un orientamento più liberale.
Il quadro che emerge mostra un’Europa divisa in due. Nei paesi dell’Est il conservatorismo è molto marcato: l’Ungheria ha un punteggio complessivo di +2,5, la Slovacchia di +2,4 e la Bulgaria di +2,0. Qui prevale una forte chiusura su immigrazione e diritti civili, con valori che superano le due deviazioni standard sopra la media. Anche Cipro si colloca molto in alto, con +1,9, spinto soprattutto dalla chiusura culturale. All’estremo opposto, il Nord Europa è nettamente più aperto: la Svezia raggiunge -1,6, mentre la Norvegia è a -1,2, in linea con il profilo liberale delle società scandinave. Anche in Europa occidentale compaiono paesi più vicini a questo polo: il Belgio si colloca a -0,5 e la Svizzera a -0,35.
L’Italia, in questo panorama, occupa una posizione conservatrice. Il punteggio complessivo è di +1,0, quindi una deviazione standard sopra la media europea. Scomponendo su due dimensioni2, vediamo che sull’asse che sintetizza immigrazione e diritti civili il valore italiano è +0,8, un livello di chiusura non estremo ma significativo. Sull’asse che misura tradizionalismo e identità nazionale il punteggio sale però a +1,4, il più alto tra i grandi paesi dell’Europa occidentale. È soprattutto questo elemento a caratterizzare la cultura politica italiana. Va precisato che l’indice complessivo riflette una ponderazione tra le due dimensioni e non è quindi la semplice media dei valori.
La Francia ha un punteggio complessivo vicino allo zero (-0,1), ma con un profilo particolare: molto più aperta dell’Italia su immigrazione e diritti (-0,4), ma altrettanto tradizionalista (+1,3). La Germania è più equilibrata, con un indice complessivo di -0,5 e valori prossimi allo zero su entrambi gli assi, mentre la Spagna si colloca tra i paesi più liberali, con un punteggio complessivo di -1,1, quasi -1 sull’asse dei diritti e -1,3 su quello del tradizionalismo.
Agli estremi la divisione diventa ancora più evidente. L’Ungheria combina chiusura radicale su immigrazione e diritti (+2,7) con un livello di tradizionalismo comunque sopra la media (+0,2). La Slovacchia raggiunge +2,4 complessivo, con valori elevati su entrambi gli assi (+2,4 sull’apertura e +1,35 sul tradizionalismo). Dall’altra parte, la Svezia registra i valori più bassi dell’intero continente, seguita da Norvegia e Spagna, che la collocano saldamente nel quadrante delle società più liberali.
L’Italia si distingue quindi per un conservatorismo marcato. Non raggiunge i livelli estremi dell’Est Europa, ma è più conservatrice di Francia, Germania e Spagna. Se guardiamo alla mappa culturale del continente, l’Italia è più vicina a Budapest che a Stoccolma. Un paese che vede nella tradizione e al contrasto all’immigrazione i propri riferimenti fondamentali e che trova nella destra di governo un’espressione politica coerente con questo profilo culturale.
Variabili considerate: atteggiamenti verso l’immigrazione (imsmetn, imdfetn, impcntr, imbgeco, imueclt, imwbcnt), i diritti delle persone LGBT (freehms, hmsacld, hmsfmlsh), il rapporto con l’autorità (lrnobed, loylead) e la contrapposizione tra identità nazionale ed europea (euftf, atchctr, atcherp). L’indice attribuisce maggiore peso all’immigrazione e diritti.
L’indice complessivo non è la semplice somma degli indici delle singole dimensioni. La differenza sta nel metodo di calcolo: l’indice totale si ottiene combinando prima le risposte dei singoli intervistati e solo dopo mediando i punteggi a livello di paese; gli indici di dimensione, invece, vengono calcolati separatamente per ciascun tema e standardizzati direttamente sulle medie dei paesi. Per questo i valori dei due assi non coincidono necessariamente con quello complessivo per via dei pesi e della variabilità interna.
Interessante questo indice, potresti fornire la formula per favore? ☺️
Molto interessante, perché ci consente di osservare anche come in un continente in cui gli Stati sono molto vicini tra di loro, spesso quei confini diventano vere e proprie linee invalicabili, che dividono due culture, due pensieri completamente differenti.